venerdì 12 aprile 2019

L'esperienza di insegnare nelle carceri nel progetto di Formalba


PROGETTO PILOTA DI FORMALBA NEGLI ISTITUTI CARCERARI
PROGETTARE LA LIBERTA'
La testimonianza di Silvia Di Eleonora, Avvocato e Docente Formalba


Dalle sbarre delle finestre della Casa Circondariale di Velletri filtra una luce di speranza per quindici detenuti che, grazie all'iniziativa coordinata dal Procuratore generale, Dottor Prete, in collaborazione con Formalba, l’Istituto di Formazione Professionale presente nella provincia sud di Roma, hanno partecipato ad un Corso sulla digitalizzazione dei documenti.

Tra i 20 e i 60 anni di età, il gruppo di quindici partecipanti, è composto da undici ospiti fissi della struttura carceraria di Velletri e da altri quattro in regime di semilibertà, tutti con l’aspettativa di acquisire quelle conoscenze e quelle competenze da applicare nell'immediato all'interno del progetto che li vedrà impegnati nella archiviazione dei fascicoli processuali della Procura di Velletri. L’augurio e la speranza di tutti è che, una volta pagato il debito con la giustizia, gli “studenti” possano spendere il titolo di studio acquisito, nel difficile percorso di reinserimento nella società.

“Una esperienza davvero singolare – ci racconta l’Avvocato Silvia Di Eleonora, docente di Formalba impiegata nel progetto – Per la prima volta si offre ai detenuti una opportunità concreta di acquisire una professionalità specifica e un tirocinio in un ambiente come la Procura, che hanno conosciuto per ben altri motivi. Il carcere offre ai detenuti – prosegue la docente – una vasta gamma di corsi di formazione, che vanno dal pizzaiolo a quello di tecniche teatrali. 

Nel nostro caso si tratta di una autentica novità, un vero e proprio progetto pilota che, devo riconoscere, ha suscitato interesse e partecipazione attiva tra questi particolarissimi studenti. In carcere il tempo scorre molto più lentamente e l’ambiente esterno è percepito come lontano, distante, per certi versi irraggiungibile. 
Se si pensa che nell'era della tecnologia pret a porter, mentre nell’arco di una giornata ciascuno di noi riceve e invia centinaia di informazioni, tra messaggi, telefonate, whatsapp eccetera, ad un recluso viene offerta solo la possibilità, per altro in via differita, di comunicare con la famiglia attraverso la posta elettronica, con tempi di risposta di almeno due giorni.

Da qui, la voglia e il bisogno di parlare con noi, di raccontarci le loro storie, i loro sentimenti. Porto via con me la storia di un giovane uomo che ha avuto la possibilità, in occasione della festa del papà, di poter rimanere con la figlia per due ore in via del tutto eccezionale. Qui dentro – conclude Silvia – quello che fuori è ordinario e , talvolta persino scontato o banale, diventa eccezionale e prezioso. 
Vado via con tante cose nuove che ho imparato e condiviso e con un pizzico di tristezza nel lasciare persone che, in un modo o nell'altro, hanno condiviso con noi un pezzo della strada della loro vita.”

L’obiettivo principale della formazione in carcere è, ovviamente, il contrasto al ritorno alla delinquenza una volta tornati in libertà. E’ una battaglia culturale e civile di enorme spessore, quella del reinserimento nella società di chi si è visto privare della propria libertà personale. E uno degli strumenti per vincerla è quello di fornire opportunità di lavoro attraverso l’acquisizione di capacità, competenze e conoscenze di alto livello. E’ quello che hanno tentato di fare le donne e gli uomini di Formalba in questo contesto. Insieme a Silvia Di Eleonora, hanno partecipato, a vario titolo anche Stefano Fava, Mascia Rallo, Mara Oroccini e il Direttore Generale di Formalba, Dario Spaccatrosi che si è interfacciato con il Procuratore Generale Prete, nella strutturazione del progetto.

L’iter formativo si concluderà con gli esami di fine corso e la consegna degli attestati. Poi partirà il tirocinio presso gli uffici della Procura nel tribunale di Velletri. Poi, il ritorno alla vita civile, con l’augurio di tutti di chiudere una triste parentesi e di riabbracciare una preziosa normalità.

Marco Giustinelli
Ufficio Stampa Formalba

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