giovedì 12 marzo 2020

FORMALBA COMUNITA' APPRENDENTE: Non dimentichiamoci dei nostri Allievi "speciali"


Stefano Mesisca ci invita a riflettere sulla realtà dei ragazzi più fragili e delle loro famiglie
SOSTEGNO PREZIOSO
Le linee guida proposte da Biagio Ianes docente di Didattica Speciale a Bolzano


Dario Ianes traccia le linee di azione per gli insegnanti di sostegno, in tempi di didattica a distanza. «Non possiamo dire che gli alunni con un PEI siano dimenticati dalla scuola, ma certo è più difficile», dice. Ecco allora tre cose da fare con gli insegnanti curricolari, i compagni, le famiglie. Cose fattibili per tutti, che possono migliorare l'inclusione anche senza avere la prossimità delle relazioni.
«Quale sostegno ai tempi del virus?». Ha scelto una domanda diretta il professor Dario Ianes, per il webinar che terrà oggi pomeriggio per Erickson sulle varie forme di sostegno da attivare in una scuola inclusiva. Perché l’impressione, in questi giorni eccezionali, è che la scuola inclusiva sia in realtà un lusso: come se “prima” dovessimo mettere in piedi un sistema di didattica a distanza, e “poi” potremo pensare agli alunni con un PEI. Ianes è Professore di Pedagogia e Didattica Speciale all'Università di Bolzano e co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento.
Professore, la situazione qual è?
Con le scuole chiuse è partita un’ampia serie di iniziative di didattica online, che però creano forti difficoltà a chi ha una disabilità e certamente pone un tema di disuguaglianze per tutta un’altra fascia di alunni. Due sono i fronti, in questo momento. Da un lato scuola inclusiva significa scuola per tutti, anche per gruppi vulnerabili, gli immigrati, gli alunni con DSA ecc.: lì si crea una accentuazione evidente della disuguaglianza. Sul versante disabilità in senso stretto abbiamo invece il tema di che sostegno riusciamo a dare a questi alunni, ricordando che “integrazione” non è solo imparare cose ma è anche relazioni.
Dai messaggi che vi arrivano, si può dire che gli alunni con disabilità sono stati dimenticati in questi giorni dalla scuola?
No, dimenticati no. Come hanno fatto in tanti, anche in Erickson abbiamo aperto pochi giorni fa una piattaforma per aiutare i docenti. Noi abbiamo pensato agli alunni che hanno bisogno di materiali per una didattica personalizzata e individualizzata, anche a distanza. Sono oltre 400 materiali specifici per la scuola primaria, soprattutto per la letto-scrittura e il calcolo. La piattaforma si chiama DIDALAB, in un giorno ha avuto più di 6mila accessi. C’è movimento, ma è difficile. Già per gli insegnanti è difficile mettersi sull’online e trovare il materiale giusto per un online gestito in autonomia, ancora più difficile è trovare il materiale giusto per chi una didattiva a distanza per chi ha una disabilità. Il tema esiste, è innegabile.
È stata avanzata la proposta che, forzando l’articolo del decreto sull’inclusione che riguarda l’istruzione domiciliare, si possano inviare a domicilio dei ragazzi i docenti di sostegno e gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Che ne pensa?
È una proposta che non teneva conto delle disposizioni sanitarie. Peraltro, è superata dal fatto che da oggi è tutto bloccato, il discorso del domicilio decade. Rimane però la domanda su che tipo di sostegno si può fare, nelle condizioni in cui siamo.
Qual è la sua risposta?
Vedo tre filoni di lavoro, sui tre contesti di apprendimento classici: scuola, compagni e famiglia. Tutti e tre sono contesti in realtà potenziabili anche da remoto: l’insegnante di sostegno può incidere e fare qualcosa su tutti e tre gli ambiti, anche in questa situazione eccezionale. Fermo restando che i ragazzi con disabilità sono quelli che pagheranno di più questa sospensione.
Cominciamo dalla scuola, chiusa.
L’insegnante di sostegno può dare sostegno ai curricolari, come fa sempre. Sappiamo che insegnante di sostegno e insegnanti curricolari sono contitolari, che dovrebbero lavorare insieme, ma sappiamo anche che è l’insegnante di sostegno quello che dovrebbe conoscere meglio i processi di apprendimento di quello specifico ragazzino con disabilità. Bisogna allora che lui aiuti i docenti curricolari nell’adattare e semplificare i materiali didattici che hanno preparato per tutti: può dare suggerimenti, ad esempio dare istruzioni più chiare, dare feedback o rinforzi maggiori, spezzare il compito in task più brevi… Tutto questo si può fare anche con materiali su cui lavorare a distanza.
Quindi l’azione numero uno è rendere più competenti i docenti curricolari. Con i compagni?
I compagni di classe possono essere destinatari anch’essi di un’azione specifica da parte dell’insegnante di sostegno. Per esempio, coinvolgendoli nel preparare materiali per il loro compagno: se tutti lavorano su una storia, qualche alunno può poi fare un video in cui legge la storia a voce alta per il compagno che non è capace di leggere, ma può guardare il video. Resta quell’elemento tanto utile del lavorare in coppia/terna e soprattutto la questione dell’appartenenza, il sentire che non i tuoi compagni non ti hanno dimenticato ma anzi ti aiutano nell’apprendimento in senso specifico - per cui ti mandano dei videomessaggi – ma anche ti danno dei segni di presenza e vicinanza, che sono fondamentali proprio per quel senso di relazione e di vicinanza. L’insegnante di sostegno, che conosce le disponibilità dei singoli alunni e le relazioni che già si sono create, può facilmente sollecitare la nascita di questa piccola rete di contatti di vicinanza.
A questo punto, veniamo alla famiglia.
In questa fase è l’ambito di apprendimento dominante e ci sono diverse cose che si possono fare. La prima è riprendere in mano il PEI, insegnante di sostegno e famiglia, e analizzarlo bene insieme: a scuola stavamo facendo cose, con questi obiettivi, quali di queste cose voi genitori potete continuare a fare a casa? È l’occasione per ritessere una collaborazione, sentire che i miei insegnanti parlano con me, mi contattano è un elemento di forte supporto psicologico.
Significa che l’insegnante di sostegno deve alzare il telefono e chiamare la famiglia.
Sì. È una cosa che le famiglie apprezzerebbero molto. Ti dà il senso che c’è integrazione e non isolamento.
Le famiglie non rischiano di essere sovraccariche, in questa situazione?
Sì, perché tutte le iniziative di supporto, sollievo, respiro, tempo libero… che ordinariamente vengono attuate sono tutte molto limitato. Su Superando oggi c’è un bell’intervento di AIPD proprio sulle difficoltà legate al fatto che tutte le attività di educazione all’autonomia, che si caratterizzano proprio per il lavoro in gruppi, le uscite in strada, l’uso dei mezzi pubblici, le uscite al cinema, al teatro, nei locali, il contatto con le persone… sono fortemente sconsigliate o interdette. Trovare un aiuto per non perdersi di vista è fondamentale. E la famiglia va comunque aiutata a tirare un po’ il fiato. Si può fare? I gruppi di tempo libero e svago chiaramente non ci saranno, ma se nel condominio c’è una persona disponibile… perché non può prestarsi per mezz’ora così che i genitori possano staccare e farsi una passeggiata?

mercoledì 11 marzo 2020

FORMALBA COMUNITA' APPRENDENTE: Il contributo di Francesco Greco

Il collega Francesco Greco condivide con noi una riflessione della psicologa Francesca Morelli
IL VIRUS CHE CI HA CAMBIATO LA VITA!
Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con  un tempo di cui abbiamo perso il valore




“Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte.
Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare...
In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l'economia collassa, ma l'inquinamento scende in maniera considerevole. L'aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira...

In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo, possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli bloccati alla frontiera, quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.

In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati nè domeniche, senza più rossi del calendario, da un momento all'altro, arriva lo stop.
Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con  un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro.
Sappiamo ancora cosa farcene?

In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose, delegata spesso a figure ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole e costringe a trovare soluzioni alternative, a rimettere insieme mamme e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.

In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nel "non-spazio" del virtuale, del social network, dandoci l'illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.
Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?

In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l'unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunita, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro.

Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.
Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto.
Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo."

(Cit. F. MORELLI)

Chi è Francesca Morelli

Conseguo la Laurea in Psicologia Clinica e di Comunità presso l'Università “La Sapienza” a Roma, nel Febbraio del 2003, con una tesi a carattere sperimentale dal titolo “Problematiche psicologiche dei padri 'in attesa' durante il travaglio di parto”. A Maggio dello stesso anno inizia la mia collaborazione con la Cattedra di Sessualità nell'arco di Vita, del Professor Romano Forleo, relatore della mia tesi. Grazie ai sette anni trascorsi lavorando sotto la guida del Professore, sviluppo l'interesse per la Ricerca e per la formazione didattica. A Luglio del 2003 parte la mia collaborazione con la Fondazione “Fatebenefratelli”, per la quale lavoro ancora oggi come Conduttrice di corsi di accompagnamento alla nascita.

martedì 10 marzo 2020

FORMALBA: IL VIRUS SI SCONFIGGE PENSANDO ALL'ALTRO

Rispettando le regole, rispettiamo chi sta intorno e rispettiamo noi stessi!
FORMALBA IN CAMPO CONTRO COVID19
Fermiamo il virus, mettiamo in moto la Solidarietà
               
Impariamo a capire che questa è una lotta contro le nostre abitudini e non contro un virus.
Questa è un’occasione per trasformare un’emergenza in una gara di solidarietà.
Cambiamo il modo di vedere e di pensare.
Non sono più “io ho paura del contagio” oppure “io me ne frego del contagio”, ma sono IO che preservo l’ALTRO.
Io mi preoccupo per te.
Io mi tengo a distanza per te.
Io mi lavo le mani per te.
Io rinuncio a quel viaggio per te.
Io non vado al concerto per te.
Io non vado al centro commerciale per te.
Per te.
Per te che  sei dentro una sala di terapia intensiva.
Per te che sei anziano e fragile, ma la cui vita ha valore tanto quanto la mia.
Per te che stai lottando con un cancro e non puoi lottare anche con questo.
Vi prego, alziamo lo sguardo.
Io spero che in #ItaliaNonSiFerma la solidarietà.

FORMALBA: Task Force per non fermare la formazione

La "Scuola Digitale" già in funzione dal 2018
COMUNITA' APPRENDENTE SUL WEB!
Web Radio e piattaforma We School per non lasciare soli gli Allievi


Il Decreto del Presidente del Consiglio proroga la sospensione delle attività didattiche al 3 aprile prossimo, ma Formalba già dalla settimana scorsa ha messo in campo una Task Force per garantire che il filo diretto tra Allievi e scuola non si spezzi, anzi si rafforzi sempre di più, utilizzando quegli strumenti e quelle modalità tanto care ai nostri ragazzi.

SCUOLA DIGITALE. Da Settembre 2018 è iniziato in Formalba il Progetto "Scuola Digitale" che prevede la distribuzione agli Alievi del Primo anno di Tablet provvisti di scheda dati con traffico disponibile. Nei due Anni Formativi sono stati distribuiti 800 apparecchi, in grado di connettere tutti gli Allievi dei Primi e Secondi Anni.

PIATTAFORMA. Formalba ha adottato una piattaforma digitale di Istituto, usando il sistema We School ( uno di quelli indicati in questi giorni dal Ministero ). Questa metodologia permette a tutti gli utenti di collegarsi attraverso un qualsiasi device ( Tablet, smartphone, computer ) e accedere ai contenuti che i docenti e gli altri organismi di Formalba mettono a disposizione.

ESERCITAZIONI E VERIFICHE. La piattaforma consente ai docenti di proporre agli Allievi esercitazioni scritte, audio, video e verificare il grado di apprendimento raggiunto.
E' possibile attraverso la chat dedicata di dialogare con i docenti, chiedendo spiegazioni aggiuntive comunicando richieste didattiche di qualsiasi genere.

HELP DESK. A disposizione dei docenti che avessero difficoltà tecniche nella realizzazione dei contenuti didattici, sia scritti che multimediali, è stata attrezzata presso la Direzione Generale di Cecchina un'area di registrazione audio e video che si aggiunge alla disponibilità del Responsabile Tecnico della Didattica Digitale di fornire supporto e aiuto.

WEB RADIO. La presenza della Web Radio di Istituto "ForRadio" permette di divulgare informazioni e notizie riguardanti la vita della comunità apprendente. E' possibile seguirla sia sulla pagina ufficiale Facebook che sulla piattaforma Spreaker.

Per qualsiasi ulteriore comunicazione, Formalba diramerà i propri comunicati ufficiali sui principali social network.

Marco Giustinelli
Ufficio Stampa Formalba

lunedì 9 marzo 2020

FORMALBA E LA FORMAZIONE A DISTANZA

L'Istituto di Formazione si rivolge ad Allievi, famiglie e operatori
LE OPPORTUNITA' CHE NASCONO DALLA CRISI
Formalba in campo con la didattica a distanza


Ai nostri allievi e alle famiglie, agli operatori di Formalba

Questo è un momento difficile che ci richiede un cambiamento sostanziale di abitudini. Sarà un periodo molto particolare ma come istituzione scolastica abbiamo il dovere di dare seguito a quelle indicazioni di “sicurezza pubblica” dettate dai provvedimenti del governo. Per noi, che facciamo della nostra capacità di relazione con i nostri allievi un punto di forza, sarà ancora più complicato e doloroso. 

Ma non per questo vogliamo rinunciare al nostro ruolo di educatori. 

Utilizzeremo tutti i mezzi a nostra disposizione per mantenere viva e vitale la nostra comunità scolastica. 

Abbiamo avuto la giusta intuizione, già da due anni, di dotare quasi tutti i nostri allievi di strumentazione utile alla gestione della cosiddetta “formazione a distanza”; a coloro che non ne hanno ancora beneficiato vogliamo dire che ci stiamo alacremente adoperando per colmare questo vuoto. 
Ci stiamo organizzando nel migliore dei modi per dare continuità al nostro e al vostro operato, vi chiediamo la giusta attenzione per rendere comunque proficuo questo momento, per farlo divenire un valore ed una ragione di ulteriore progresso, sempre più necessario per le relazioni future anche nel mondo del lavoro. Fidiamo nel vostra curiosità affinché questo “strano” modo di fare formazione diventi un momento di condivisione e di crescita; in fondo voi ragazzi siete già molto esperti nell’utilizzo delle nuove tecnologie e probabilmente ci fornirete numerosi spunti per migliorare i vostri docenti. 
Un nuovo modo, che dovrà unirci “telematicamente”, per formare una vera e propria comunità apprendente, un luogo “virtuale” in cui tutti hanno da imparare e insegnare nello stesso tempo. 

In realtà questa situazione ci sospinge tutti verso il futuro; abbiamo gli strumenti, dobbiamo attivare le competenze necessarie a rendere proficue tutte queste incredibili risorse tecnologiche. Un’esplorazione avventurosa in cui siamo tutti coinvolti, insieme.

Questo senso di comunità deve consolidarsi in maggior misura in questa fase; parliamo di scuola, di lezione, ma anche della realtà un po’ surreale di queste giornate. 

Le misure di precauzione indicate dal decreto della Presidenza del Consiglio sono la strada maestra da seguire, il senso di responsabilità verso noi stessi e gli altri ci impongono di adeguare i nostri comportamenti in modo da contenere una criticità purtroppo crescente. 

Non ci possiamo in alcun modo permettere leggerezza e indifferenza, dobbiamo comprendere che quei momenti di socialità che tanto amiamo, in questo momento rappresentano un rischio. Prendiamoci il tempo necessario, può e deve essere una situazione temporanea, ma solo se riusciremo a diffondere i giusti comportamenti con la forza e la serenità di chi è informato e consapevole e fa del senso di comunità un valore imprescindibile. 

Ognuno di noi dovrà fare la propria parte.

Rimaniamo in contatto, a distanza, ma con la consueta voglia di crescere, migliorare…

Buon lavoro e buono studio 

mercoledì 4 marzo 2020

FORMALBA ALBANO: La scuola è più bella quando è sicura!

Formalba e la Fondazione "Giorgio Castelli" insieme per la Cultura dell'Emergenza
ATTI DI CUORE IN CLASSE
Quindici Operatrici del Benessere formate nelle pratiche di rianimazione cardiopolmonare


A meno di una settimana dal Convegno "Atti di Cuore" Formalba e la Fondazione Castelli scendono di nuovo in campo nella partita per la diffusione della Cultura dell'Emergenza. Dopo Velletri. Pomezia e Cecchina, è la volta di Albano ad accogliere il Corso di Formazione sulle manovre di rianimazione cardiopolmonare, destinato ad Allieve e Allievi dei Primi Anni della Formazione Professionale. La Fondazione "Giorgio Castelli" si affida alla competenza, ma soprattutto alla passione, di Antonio Gagliardi, ingegnere informatico e istruttore laico nei corsi BLSD organizzati dal 2006 dalla organizzazione del Presidente Vincenzo Castelli che, in questi anni, ha formato a titolo gratuito 15.000 rianimatori laici, donando oltre quattrocento defibrillatori a scuole, società sportive, parrocchie, associazioni di volontariato, enti archeologici e culturali.
Anche i numeri di Formalba sono di assoluto rilievo. Dal 2009, quando Valerio Castelli iniziò, a livello sperimentale, i corsi BLS in classe, sono stati formati oltre 2.000 tra allieve e allievi delle diverse sedi e più di qualche docente ha voluto partecipare all'itinerario formativo insieme ai ragazzi e ha proseguito fino all'abilitazione nell'uso del defibrillatore.
Da due anni, inoltre, la Fondazione Giorgio Castelli ha dato la disponibilità di far dirigere i corsi scolastici da un suo istruttore qualificato, l'ing. Gagliardi, appunto, che ha sposato la missione di diffondere la cultura dell'emergenza anche tra i ragazzi e le ragazze che frequentano i corsi di formazione presso l'Istituto Formalba.

Marco Giustinelli
Ufficio Stampa Formalba